Ronaldo soffre di ortoressia?

«Mio figlio? Ha del potenziale, ma ci litigo perché mangia troppe patatine». A parlare non è un papà come gli altri, ma Cristiano Ronaldo.

L’asso della Juventus è stato eletto calciatore del secolo durante i Globe Soccer Awards che si sono tenuti a Dubai. E nella conferenza stampa di premiazione ha raccontato il rapporto particolare con Cristiano jr: «Non credo che attualmente abbia quello che serve per arrivare al top. A volte sono duro con lui perché beve Coca-Cola e Fanta. Mi arrabbio e ci litigo quando mangia patatine fritte e cose simili, lui sa che non mi piace questa cosa. Anche i miei bambini più piccoli quando mangiano cioccolata mi guardano preoccupati».

Il carico è arrivato poi durante la conferenza stampa alla vigilia di Ungheria-Portogallo: CR7 si è seduto davanti ai microfoni, ha visto due bottiglie di Coca Cola (sponsor della manifestazione) e le ha spostate mettendole via. «Acqua, bisogna bere… Acqua!», le sue parole, mentre in sala stampa era calato il silenzio.

Ma perché Ronaldo lo ha fatto? Semplice: il campione portoghese, 36 anni, cura in modo rigoroso l’alimentazione. Ma non sarà ortoressico?

Ortoressia deriva dal greco Orthos (giusto) e Orexis (appetito) e indica l’ossessione psicologica per il mangiare ritenuto sano. Chi soffre di ortoressia è infatti controllato da un vero e proprio fanatismo alimentare, un complesso di superiorità basato sul cibo che lo porta a disprezzare chi non mangia sano. L’ossessione nei confronti del cibo non di rado si associa anche ad altre forme maniacali come l’ossessione per l’esercizio fisico, per la pulizia, per massaggi e cure estetiche e spesso anche alla fobia dei farmaci. Non è di raro infatti che dietro l’ Ortoressia si nasconda la fobia delle malattie, delle contaminazioni e dell’invecchiamento, da cui scatta la mania di voler rendere il corpo resistente agli attacchi infettivi o al trascorrere del tempo, proprio attraverso un’alimentazione impeccabile.

Secondo i dati diffusi dal Ministero Italiano della Salute per i disturbi alimentari, le persone affette da ortoressia sarebbero 300 mila in Italia (a fronte di tre milioni di pazienti con disturbi alimentari), con una prevalenza maggiore tra gli uomini piuttosto che tra le donne (11.3% vs 3.9%) (Donini e coll. 2004).
La maggior diffusione nel sesso maschile può spiegarsi con il proliferare di stereotipi culturali legati alla forma fisica maschile, e trova un interessante parallelismo nella corrispondente diffusione della vigoressia, o preoccupazione cronica di non avere un corpo sufficientemente muscoloso, prevalente tra i maschi.

Secondo Steven Bratman, il primo, nel 1997, a coniare il termine, tra i comportamenti tipici presenti nel disturbo, vi sono: lo spendere più di tre ore al giorno a pensare al cibo, selezionandolo più per i benefici sulla salute che per il gusto, il sentirsi in colpa qualora non si segua la dieta abituale, il sentirsi padroni di se stessi solo se si mangia nel modo ritenuto corretto. Tutti fattori che permettono di collocare l’ Ortoressia nella categoria delle nuove dipendenze a carattere ossessivo-compulsivo e distinguerla da altre patologie, in cui la fissazione è relativa alla qualità, più che alla quantità del cibo ingerito, come nell’Anoressia o della Bulimia.

Sul web non avrai che l’imbarazzo della scelta nel trovare articoli sull’argomento. E forse non sapremo mai se il nostro campione preferito è un po’ troppo fissato….

Ma, senza voler far un trattato sull’argomento (non ci interessa né siamo i più titolati a farlo, prendilo come uno spunto di conversazione), una dieta che contempli già al suo interno uno sgarro, in modo che chi la segue abbia una “valvola di sfogo alimentare” e psicologica, sembra la soluzione migliore. Alla restrizione calorica si abitua più facilmente l’organismo che la mente, che combatte costantemente con l’idea di avere fame.

Quando l’obbiettivo è proporre una dieta sul lungo periodo, la sostenibilità è quindi al primo posto: un regime dietetico ipocalorico che vieta tutti i cibi che ti piacciono, che non contempla nessun pasto libero e uno schema rigido ha vita breve perché verrà facilmente abbondonato.

Proprio perché viene naturale sgarrare, tanto vale non farti trovare impreparato. Se crei un deficit calorico (ad esempio settimanale) che andrai a pareggiare con lo sgarro, è come se lo sgarro effettivamente non esistesse: dal punto di vista calorico non ci saranno eccessi e potrai goderti lo sgarro senza ripensamenti o senso di colpa!

E, si, ordinando anche patatine e coca-cola.

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